Siamo lieti di comunicarvi le date dei prossimi appuntamenti letterari:
24 marzo:
“Storie de mai ‘na gioia” di Giulia Faina, La Ruota Edizioni.
Può il linguaggio dei social essere un veicolo di cultura? È la domanda a cui questo libro tenta di dare risposta: 15 storie tra miti, leggende, personaggi storici e coppie celebri vengono raccontate in chiave irriverente, dissacrante, anche un po’ trash e rigorosamente in dialetto romanesco – non romanaccio, eh, attenzione!
Perché dalla storia si può sempre imparare… anche semplicemente a prendere la vita con più leggerezza!
01 aprile:
“Lo ScaldaCuore” di Paola Scarsi, Erga Edizioni.
Talvolta basta poco, anzi pochissimo, per scaldare il cuore. Chiudere gli occhi, dimenticare per qualche istante il mondo esterno, tornare indietro con la mente sino al primo ricordo bello. Non IL PIÙ bello, ma IL PRIMO.
Quel profumo, quel panorama, quel ricamo, quella persona, quel gesto, quella parola, quel suono… Sembravano dimenticati per sempre e invece, di fronte a una domanda precisa, sono emersi dai recessi della mente. Accanto ai ricordi dei personaggi più noti ci sono quelli di tante persone che hanno risposto alla “call” lanciata attraverso i social.
A tutti coloro che hanno risposto all’invito, per qualche minuto si è “scaldato il cuore” con un ricordo che hanno scelto di condividere con i lettori. È un modo semplice e delicato per vivere – unito forse alla nostalgia – qualche minuto di serenità. Quella di cui, dopo il tempo faticoso che abbiamo vissuto, sentiamo fortissimo il desiderio e la necessità. L’auspicio è che, terminata la lettura del libro e andando a ritroso nel tempo, anche i lettori incontreranno il loro primo ricordo, speriamo bello. A questo servono gli spazi bianchi che si incontrano nelle ultime pagine del libro.
21 aprile:
“La Rosa Crepante” di Maddalena Sterpetti, Edizioni Sette Città.
In quel della Tuscia viterbese (tra Farnese e Pitigliano, al confine con la Toscana, s’incontra un luogo nascosto (Selva del Lamone), un terreno pieno di sassi, pietre spezzate, lastre, grossi macigni grigi, forse un terremoto o un cratere esploso divenuto, poi, un impenetrabile anfiteatro di lava (dalle bizzarre e fantastiche forme floreali, da cui il nome di rosa crepante, utilizzato come titolo per questa plaquette). Una inestricabile macchia di radure, stagni, cespugli, arbusti, labirintici sentieri senza punti di riferimento, cascate, acquitrini, rampicanti…: “Entrammo poi in una foresta, tale che ci perdemmo” (l’avrebbe descritta in una delle Lettere familiari il marchigiano Annibal Caro che frequentava quei posti dei Farnese). Nella simbolica geologia pietrificata del suo inconscio, Maddalena Sterpetti cerca di esplorare quella dantesca “selva oscura” dentro di lei: mitico luogo impervio (un “bosco sacro”?) inaccessibile per la sua estraneità al mondo d’oggi, privo di favole ma vivido nelle magie della mente. Ha inizio così il suo viaggio. Quasi che gli accadimenti, che ispirano e costituiscono la scrittura di ciò che Maddalena aveva negli anni rimosso, esplodessero come quel terreno e il groviglio interiore prorompesse in parole: ed è avvenuta la metamorfosi dell’autore il quale, come affermava Sartre, si è trasformato in libro. L’accumulo di pensieri e di sensazioni, allora, il silenzio e i silenzi, il tempo e i ricordi, l’amore totalizzante e il desiderio, la sensualità e i corpi, l’esistenza e la sua negazione, il dolore e la malattia mortale della vita, i momenti e il paesaggio, il vissuto e il non vissuto, l’impressione che tutto possa finire da un momento all’altro, la tristezza e la malinconia, i dubbi… l’assenza, sono in Maddalena diventati magma solidificato, testi destinati a coloro che avranno l’occasione di imbattersi (seguendo le tracce dei frammenti di un frammentato io) nel sogno di una rosa viva (…magari senza spine): junghiana immagine archetipo dell’anima.